Notiziario n. 18 del 31 gennaio 2024

Il Ministero dell’Interno sta ingaggiando lavoratori interinali

che, nella situazione attuale, non servono più.


Come abbiamo già riportato nel nostro Notiziario n. 17-2024 diffuso ieri in merito all’’ennesimo incontro tra le OO.SS. ed il vertice burocratico dell’Amministrazione civile dell’Interno sul tema “lavoratori in affitto”, il Ministero dell’Interno ha deciso di immettere, dal mese di febbraio 2024, 570 lavoratori interinali nelle prefetture e 550 nelle questure.

Questi 1.120 “lavoratori in affitto”, il cui ingaggio era già stato deciso oltre 2 anni fa (quando c’era il Governo Draghi, con la Lamorgese che faceva il Ministro dell’interno) dovrebbero servire (per 7 o forse per 13 mesi) ad effettuare i controlli propedeutici agli ingressi dei lavoratori non comunitari per lavoro subordinato stagionale e non. 

Questi controlli sono importanti sia per scoprire se tra questi lavoratori si nascondono soggetti privi dei requisiti per entrare in Italia (magari perché sono delinquenti abituali nei loro paesi o peggio ancora dei terroristi) e sia per appurare che coloro che li assumono (o ne simulano l’assunzione) non siano criminali o addirittura organizzazioni criminali.

Nel frattempo è però intervenuta una novità: il 27 ottobre 2023 è stata diramata a tutti gli uffici interessati una Circolare congiunta (dei ministeri dell’interno, del lavoro e delle politiche sociali, dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste, del turismo) la quale, in materia di programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per il triennio 2023- 2025 (a pag. 21) stabilisce che “ai sensi dell’articolo 22, commi 5 e 5.01 del decreto legislativo 286/1998, come modificato dal decreto legge numero 20/2023, convertito dalla legge numero 50/2023, l’impegno definitivo alla quota relativamente al lavoro non stagionale si avrà: 

  • all’acquisizione, entro 60 giorni, del parere positivo espresso sull’istanza; 
  • ovvero quando, in assenza di parere, siano decorsi 60 giorni previsti dal T.U.I. 

configurando così la fattispecie del “silenzio assenso” per il conseguimento del permesso a lavorare e soggiornare in Italia.

La stessa circolare (a pag. 22) prevede la possibilità di eventuali e successivi controlli a campione (in collaborazione con l’Agenzia delle entrate), ma tale tipo di controlli (peraltro successivi, a campione ed eventuali) appaiono più improntati alla verifica di elementi economici e/o fiscali, e non a garantire la sicurezza dei cittadini che verrebbe così minacciata da questi incontrollati (o poco controllati) flussi migratori.

A questo punto ci domandiamo: per quale motivo il Ministero dell’Interno ha deciso di procedere comunque con l’ingaggio di 1.120 lavoratori interinali.

Lo ha fatto per fronteggiare momentaneamente un’emergenza, in attesa di rimpinguare gli organici dell’amministrazione con personale da assumere (con pubblici concorsi) in pianta stabile? Oppure lo ha fatto solo come misura estemporanea per accontentare o fare un piacere a qualcuno?

Per trovare una risposta a questa domande non possiamo fare a meno di valutare (ora che ci è pervenuto il Piano triennale dei fabbisogni di personale dell’Amministrazione civile 2024/2026) le portata delle politiche assunzionali dell’Amministrazione civile dell’Interno, tenendo presente che la figura professionale di riferimento per i lavoratori interinali in questione è quella dell’ “Assistente amministrativo”.

Gli Assistenti amministrativi in servizio al 1 gennaio 2024 negli uffici centrali e periferici del Ministero dell’Interno sono 5.906 e dovrebbero invece essere (in base alle dotazioni organiche ministeriali) circa 7.500.

A partire da quest’anno e fino alla fine del 2026, 538 di costoro andranno in pensione per sopraggiunti limiti di età. 

Inoltre, per il tramite delle agenzie interinali, stanno per essere ingaggiati 1.120 lavoratori in affitto da destinare (per 7 mesi , o al massimo per 13) agli uffici delle prefetture e delle questure, per effettuare i controlli sui flussi migratori legati alla esigenze occupazionali.

Pertanto, solo per effettuare le sostituzioni di quanti andranno in pensione e dei lavoratori in affitto, nel prossimo triennio (ma già a partire da quest’anno) l’Amministrazione dovrebbe assumere almeno 1.658 Assistenti Amministrativi.

Per colmare le carenze di organico (che nel profilo in questione registrano un segno – 27%) il numero delle assunzioni dovrebbe invece raggiungere le 3.250 unità… e questo senza tenere in considerazione che i numeri sono destinati ad aumentare perché, già da quest’anno, dovranno essere attivate le procedure selettive e concorsuali per i passaggi dalla Seconda alla Terza Area.

A fronte di queste esigenze, nel piano triennale dei fabbisogni 2024/2026, è stato stimato un fabbisogno assunzionale di soli 1.040 Assistenti nel triennio, da suddividere tra Amministrativi, Economico/Finanziari e Tecnico/informatici.

Ciò evidenzia che il vertice burocratico e politico del Ministero dell’Interno non sta attuando alcuna politica assunzionale credibile e coerente con la scelta appena fatta (ingaggio di 1.120 lavoratori in affitto per 7 o 13 mesi da sostituire, tra un anno, con personale assunto in pianta stabile con concorsi pubblici).

Rimane quindi il dubbio che questo ingaggio di lavoratori in affitto per il tramite delle agenzie per il lavoro interinale, sia stato fatto per accontentare o fare un piacere a qualcuno.


A cura del Coordinamento Nazionale FLP Interno


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