Lavoratori in affitto
in un’amministrazione senza alcuna progettualità, gestiti dalle agenzie interinali e in balia di CGIL CISL e UIL che aleggiano su di loro come avvoltoi
Si è svolto questa mattina l’ennesimo incontro informativo, tra le organizzazioni sindacali ed il vertice burocratico dell’Amministrazione civile dell’Interno, riguardante l’imminente ingresso di “lavoratori in affitto” da destinare in misura di 570 unità nelle prefetture e di 550 unità nelle questure.
Alla riunione (in videoconferenza ed a tavoli separati) che era coordinata dal vertice burocratico del Dipartimento per le Politiche del personale, erano presenti anche i rappresentanti dei Dipartimenti per le Libertà civili e l’Immigrazione e della Polizia di Stato.
Le notizie acquisite sono le seguenti:
- le immissioni in servizio dei 1.120 lavoratori in affitto (mediante le agenzie per il lavoro interinale) avvereranno tutte entro il mese di febbraio 2024 e pertanto sarà sottoscritto quanto prima il contratto attuativo con il DLCI contenente la fissazione di una data certa di inizio dei relativi contratti di lavoro;
- per le 550 unità di personale che saranno destinate alle questure (e per le quali ci è stato anche fornito un elenco relativo alla dislocazione) è stata già fissata come data certa per l’immissione negli uffici quella del 5 febbraio;
- la durata prevista per questi contratti è di 7 mesi;
- se se ne era avviserà la necessità e se verranno trovati o stanziati i fondi necessari, è possibile anche una proroga dei contratti per ulteriori 6 mesi;
- al momento appare abbastanza improbabile che vi possano essere ulteriori proroghe di contratti in essere oltre il periodo complessivo di 13 mesi;
- la figura professionale di riferimento per i lavoratori in affitto è quella dell’assistente amministrativo;
- l’ufficio di destinazione verrà comunicato a ciascun lavoratore con un brevissimo preavviso.
Con queste premesse e considerato il basso livello stipendiale che verrà loro corrisposto, è probabile che molti di coloro che già lavorano (con un contratto di lavoro a tempo indeterminato o meglio retribuito o comunque più vicino alla propria residenza, rispetto all’ufficio al quale verranno assegnati) rinuncino.
La FLP, nel suo intervento alla riunione del tavolo sindacale, ha affrontato la questione facendo presente che i flussi migratori occupazionali (che questi lavoratori in affitto dovranno gestire) non possono essere considerati un’emergenza e, anzi, sono destinati ad aumentare nei numeri nel corso dei prossimi anni.
Pertanto, al posto di soluzioni emergenziali (come il ricorso a “lavoratori in affitto”) è necessario un piano programmato per l’assunzione (in pianta stabile e mediante concorsi pubblici) di personale.
E’ quindi inaccettabile che il Ministero dell’Interno:
- continui a gestire come un fenomeno temporaneo una criticità che è ormai strutturale ed è destinata ad aumentare nei numeri;
- anziché assumere personale, scelga di pagare intermediari (agenzie di somministrazione) che forniscono “lavoratori in affitto” per impiegarli negli uffici di questure e prefetture.
Nel “dibattito” che si è generato tra amministrazione e sindacati intorno a questo argomento, siamo rimasti abbastanza perplessi dalle posizioni (espresse anche attraverso dei comunicati sindacali unitari) da CGIL, CISL (principalmente) e UIL.
Era naturalmente del tutto lecito che nella prima fase delle selezioni (effettuate dalle agenzie interinali) quei sindacati volessero tutelare qualche loro iscritto rimasto escluso dalle selezioni e che aveva già (fino a dicembre 2022) lavorato come interinale negli uffici del Ministero dell’Interno.
Ci appare invece sospetta l’intenzione (esternata in un comunicato sindacale diramato quest’oggi)… ovvero “a giochi fatti”, di voler interloquire con le agenzie interinali chiedendo a queste un immediato confronto.
Speriamo che, nel tentativo di fare qualche tessera, non si mettano a vendere lucciole per lanterne a dei poveri disgraziati, facendogli credere di essere riusciti in qualche modo a favorirli nella destinazione presso gli uffici desiderati o peggio ancora che riusciranno in un prossimo futuro ad ottenere ulteriori proroghe o addirittura a trasformare, con qualche automatismo, dei “lavoratori in affitto” in dipendenti del Ministero dell’Interno, con dei contratti a tempo indeterminato.
A cura del Coordinamento Nazionale FLP Interno