Notiziario n. 8 del 12 gennaio 2023
Lavoratori in affitto negli uffici di questure e prefetture
Aggiornamenti su una “scelta” che la FLP non condivide e condanna
Si è svolto oggi al Ministero dell’Interno l’incontro, richiesto dalla FLP, tra le organizzazioni sindacali ed il vertice burocratico del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione.
L’Amministrazione era rappresentata dal Capo Dipartimento, Prefetto Laura Lega, dal Direttore Centrale per la programmazione e i servizi generali, Prefetto Rosanna Rabuano e dal Direttore Centrale per le politiche migratorie, Prefetto Maria Forte.
L’argomento di discussione è stato quello dell’imminente immissione nelle prefetture è di 570 lavoratori in affitto forniti dalle agenzie per il lavoro interinale.
L’attenzione dei diversi sindacati presenti al tavolo (ed alcuni collegati in videoconferenza) si è concentrata su diversi aspetti della questione.
Degni di nota sono stati gli interventi della CISL e soprattutto della CGIL, che hanno espresso le loro preoccupazioni chiedendo un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione per ovviare al fatto che le agenzie per il lavoro interinale, nel selezionare il personale da inviare presso le prefetture non avrebbero sempre tenuto nella giusta considerazione la cosiddetta “clausola sociale”… ovvero la priorità da riconoscere a quelle persone che avevano già lavorato fino alla fine del 2022 come precari negli uffici del Ministero dell’Interno ed erano quindi più formati di altri per questo tipo di lavoro.
La richiesta di CISL e CGIL ha suscitato un po’ di imbarazzo nei rappresentanti dell’Amministrazione in quanto, poiché la selezione del personale è stata affidata agenzie per il lavoro interinale e, di conseguenza, un intervento da parte del Ministero dell’Interno concreterebbe un’ingerenza che andrebbe a stridere con la tipologia dell’appalto.
Pur comprendendo che questi due sindacati siano animati soprattutto dall’esigenza di tutelare qualche loro iscritto rimasto escluso dalle selezioni e che vorrebbero recuperare, non possiamo fare a meno di criticare la loro posizione che sembra aver perso di vista la questione principale, ovvero che il Ministero dell’Interno sta facendo ricorso a lavoratori in affitto, anziché assumere lavoratori direttamente ed a tempo indeterminato.
Per comprendere meglio la questione è necessario conoscere quanto è finora avvenuto:
- già dal 2021 (quando il Ministro dell’Interno era Luciana Lamorgese), due dipartimenti ministeriali (quello della polizia di Stato e quello delle Libertà civili e l’Immigrazione), senza neppure provare a chiedere le autorizzazioni per nuove assunzioni di personale in pianta stabile, avevano deciso di far ricorso a “lavoratori in affitto”, forniti dalle agenzie per il lavoro interinale;
- questo personale fu quindi immesso nelle questure e nelle prefetture fino alla fine dell’anno 2022 per consentire una più rapida definizione delle procedure di semplificazione di rilascio del nulla osta al lavoro nei confronti degli stranieri;
- in seguito all’ampliamento dei numeri, disposto con il nuovo “decreto flussi” dall’attuale governo, il Ministero dell’Interno ha pensato di continuare ad utilizzare lavoratori in affitto anche per l’anno 2023, prevedendone addirittura un aumento della consistenza (550 da immettere nelle questure e 570 nelle prefetture, per un totale di 1.120, inquadrati come Assistenti amministrativi nella seconda Area funzionale);
- tuttavia, un contenzioso giudiziario, attivato da alcune agenzie per il lavoro interinale che erano state escluse dalla gara di appalto, ha impedito fino a questo momento l’ingresso di detto personale, che prenderà quindi servizio presumibilmente tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2024 e dovrebbe rimanerci per almeno 6/7 mesi e, probabilmente (per effetto di una proroga), fino al mese di dicembre 2024.
La FLP, nel suo intervento alla riunione del tavolo sindacale, ha affrontato la questione facendo presente che i flussi migratori occupazionali non possono essere considerati un’emergenza e, anzi, sono destinati ad aumentare nei numeri nel corso dei prossimi anni.
Pertanto, al posto di soluzioni emergenziali (come il ricorso a “lavoratori in affitto”) è necessario un piano programmato per l’assunzione di personale, da effettuare mediante l’indizione di concorsi pubblici, banditi su base provinciale e svolti con procedura semplificata, mediante l’uso di tecnologie digitali.
E’ da ritenere quindi inaccettabile che il Ministero dell’Interno:
- continui a gestire come un fenomeno temporaneo una criticità che è ormai strutturale ed è destinata ad aumentare nei numeri;
- anziché assumere personale, scelga di pagare intermediari (agenzie di somministrazione) che forniscono “lavoratori in affitto” per impiegarli negli uffici di questure e prefetture.
Al termine della riunione il Prefetto Laura Lega, che si è insediata come Capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione solo da pochi giorni, ha dichiarato che la decisione di ricorrere a lavoratori in affitto (ereditata dalla precedente gestione dipartimentale), ha carattere di assoluta temporaneità e che lei ha intenzione di procedere nella direzione auspicata dalla FLP.
Ovviamente ciò comporta il coinvolgimento del Dipartimento per l’Amministrazione Generale e per le Politiche del personale, che (come è possibile riscontrare dal Notiziario n. 7 pubblicato ieri) abbiamo già invitato a mettere in atto una strategia assunzionale idonea a fronteggiare le necessità occupazionali, le quali stanno sfociando verso una situazione emergenziale anche a causa dell’enorme numero di pensionamenti previsti a partire già da quest’anno.
A cura del Coordinamento Nazionale FLP Interno