SANA 2.0: un sistema inapplicabile

Lontano dal dettato normativo e dalle esigenze dei lavoratori


Dopo avere segnalato all’Amministrazione, con la nota dello scorso 10 ottobre, le numerose criticità di carattere tecnico-procedimentale, quest’oggi abbiamo ritenuto necessario tornare sulla questione che riguarda l’applicativo SANA 2.0 recentemente introdotto, per evidenziare ulteriori criticità di rilievo giuridico e organizzativo che rendono, di fatto, inapplicabile il sistema stesso e lo abbiamo fatto inviando una nuova nota al vertice burocratico e politico della nostra amministrazione.

Alle numerose e ripetute segnalazioni di criticità, riportate dai partecipanti alle sessioni formative online e provenienti dagli uffici capofila nella cosiddetta fase sperimentale, ad oggi non sono state fornite risposte e neppure risultano essere stati applicati al sistema dei correttivi sostanziali.

In sostanza, il nuovo applicativo SANA 2.0, destinato alla gestione dei procedimenti ex art. 75 del D.P.R. 309/90, si sta rivelando sempre di più un intervento mal programmato e calato dall’alto, portato avanti senza un adeguato confronto con chi, ogni giorno, svolge concretamente tale attività: la sua progettazione e l’implementazione prevista sono infatti avvenute senza un serio coinvolgimento dei veri “esperti” di art. 75, cioè dei lavoratori direttamente interessati, che operano da oltre 30 anni negli Uffici NOT delle Prefetture!

Il risultato è un prodotto:

  1. non conforme alle norme, 
  2. non aderente alle esigenze operative, 
  3. non funzionale all’attività degli uffici.

Ovviamente, le modalità di introduzione di SANA 2.0 stanno generando negli uffici interessati un clima di forte disagio, preoccupazione e stress lavorativo.

L’assenza di chiarezza, la formazione inadeguata e la consapevolezza dell’impatto che deriverebbe dai nuovi adempimenti si sommano alle già note carenze di personale, producendo un contesto operativo in sofferenza  e demotivante.

Questa  vicenda surreale ha messo chiaramente in luce anche un’altra questione, strutturale e di ampio respiro: è stato infatti confermato, una volta di più, ciò che il nostro Sindacato denuncia e chiede da anni, ovvero la necessità di costituire una Area Sociale del Ministro dell’Interno e strutturare un Ufficio Centrale di Coordinamento degli Assistenti Sociali.

E’ infatti evidente la necessità di creare un’articolazione organizzativa  specifica, in cui siano incardinati i professionisti assistenti sociali, ed un Ufficio Centrale in cui siano stabilmente collocati assistenti sociali di provata esperienza, quale riferimento tecnico per il lavoro e la professionalità degli assistenti sociali che operano nei diversi ambiti di competenza, dalle dipendenze ai fenomeni di marginalità, dall’immigrazione alle tensioni sociali, ovvero: un interlocutore competente dal punto di vista tecnico e professionale, aggiornato e in grado di interfacciarsi e dialogare costantemente con le sedi periferiche e con l’Amministrazione centrale, evitando errori progettuali come quello che oggi ci troviamo a fronteggiare.

Se tale struttura fosse esistita, molto tempo e risorse pubbliche sarebbero state risparmiate e l’applicativo avrebbe potuto essere uno strumento utile, anziché un ulteriore ostacolo al lavoro.

Come FLP abbiamo chiesto all’Amministrazione:

  1. Il blocco dell’attivazione generalizzata di SANA 2.0  sino alla sua revisione funzionale, seguita da adeguata sperimentazione, verifica di efficacia e adeguata formazione sul campo dei lavoratori e degli stakeholders coinvolti .
  2. L’apertura di un tavolo di confronto tecnico, con la partecipazione dei rappresentanti dei NOT e delle Forze dell’Ordine.
  3. L’apertura di un tavolo di confronto sindacale per l’istituzione dell’Area Sociale e di un Ufficio Centrale di Coordinamento professionale degli assistenti sociali.

Scarica la lettera della FLP inviata all’Amministrazione


A cura del Coordinamento Nazionale FLP Interno


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